mercoledì 14 aprile 2010

Sorriso Incompleto - Atto Primo-III

Marian, percepì la curiosità di occhi estranei e sollevò lo sguardo.
E' veramente troppo giovane, pensò Ted, potrebbe al massimo farmi da segretaria.
La scelse così, scartandola come possibile amante e rischiando una figuraccia mentre si avvicinava porgendole il suo biglietto da visita.

Marian allungò la mano, prese il piccolo pezzo di cartoncino e lo lesse con attenzione senza capirne molto di più. Ted allora parlò. Gli affari andavano meglio, il lavoro aumentava e si era reso conto di non poter più gestire tutto quanto da solo, cercava insomma una segretaria. Era forse interessata? Lei rimase a bocca aperta, si sentiva così scoraggiata fino ad un attimo prima ed ecco spuntare la prospettiva di un nuovo lavoro.
Saltò al collo di Ted abbracciandolo mentre cantilenava una serie di Si! Ted confuso, senti il lieve profumo di Iris che Marian sprigionava e la allontanò leggermente, maledicendo contemporaneamente il proprio buon senso.
In questo impeto di gioia Marian aveva dimenticato persino di chiedere di cosa si occupava Ted, ma poco importava. In quel giorno di primavera, in cui tutti sembravano conoscere il loro posto nel mondo, Marian aveva trovato finalmente il suo.

Lo ricordavà così, con estrema dolcezza e stupore il loro primo incontro.
Ted non le mostrò mai più quella scintilla che lei aveva percepito nei suoi occhi, la poteva però scorgere ora, dentro a quella singola lacrima che scendeva piano, un bagliore sprecato per una Lei senza cuore di cui non conosceva nemmeno il nome.

Lanegan si ricompose. Dopo tutto si era fatto stupidamente ingabbiare da un paio di lunghe ciglia misteriose.

Sharon aveva un corpo mozzafiato e occhi temibili, sorrideva al mondo noncurante delle ferite che causava. Trattava tutti con un mix esplosivo di gesti galanti ed ironia e gli uomini finivano per innamorarsi di lei. Era arrivata da poco come aiuto cameriera proprio in quel bar dove Lanegan e Marian si erano incontrati, e aveva già fatto strage di cuori di universitari e non.
Ted non le aveva dato importanza, troppo preso dai suoi casi rimaneva indenne al suo fascino.
Sharon dal canto suo aveva il vezzo particolare quando si rivolgeva a Ted di soppesare le parole per fare in modo che ne rimanesse sempre sorpreso. Bastava che Ted si pettinasse diversamente e lei lo faceva notare, un giorno arrivava più tardi e lei lo rimacava. Sembrava essere costantemente alla ricerca di qualche attenzione particolare.
Ted già invischiato in relazioni tutt'altro che serene, rispondeva con toni scanzonati, apprezzando al contempo tanto interesse.
Una mattina Ted si svegliò con impresso nella mente il sorriso di Sharon e tutto cambiò.




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