mercoledì 14 aprile 2010

Sorriso Incompleto - Atto Primo-II

Marian, lo adorava. Così chiuso al mondo ma così intuibile, ormai conosceva ogni vezzo, ogni delirante ripetersi di gesti che lo aiutavano a stare concentrato.
A volte sfarfallava le mani sui tasti della macchina da scrivere per ore, non scrivendo nulla, facendo solo un clack clack, come se stesse scrivendo forsennatamente, e invece, Marian, attirata dal rumore, alzava gli occhi e scorgeva sempre lo stesso foglio bianco spuntare come una lingua irriverente, immobile. Le veniva da sorridere allora, non c'era nemmeno più bisogno di controllare, il clack clack la metteva di buon umore perchè sapeva che Ted Lanegan era li a sbuffare e riflettere sul modo migliore per chiudere il caso. Prima o poi avrebbe iniziato veramente a scrivere.

Marian lavorava con lui da due anni.

Aveva girato la città in cerca di un'occupazione qualsiasi, era giovane e inesperta e nessuno l'aveva voluta.

Si era rifugiata dentro ad un baretto vicino all'università nella speranza di incontrare qualche amica per consolarsi un pò, ma la primavera non l'aiutava. Le ragazze erano tutte affaccendate, passavano in bicicletta o a piedi portando sorrisi e cuori in cima ai libri dei corsi.Scrollò la testa: si era lasciata alle spalle l'università, i sorrisi e innegabilmente anche il cuore.

Girava distrattamente il suo caffè ormai freddo quando Ted era entrato.
Aveva salutato il cameriere con un cenno della mano e si era seduto al tavolino più isolato del locale. Alle sue spalle il piccolo candeliere che illuminava svogliatamente la tapezzeria bordeaux gli aveva regalato un'ombra netta sul viso. Si era girato, come se volesse togliere quell'alone di buio e aveva notato Marian.
Era una cosetta piccola, rannicchiata nei suoi pensieri, con un espressione seria poco adatta alla dolcezza del viso. Aveva occhi profondi come si vedono certe volte in una donna triste dell'est, ma brillava e tutto di lei faceva pensare ad una giovane studentessa.

Ted non potè più smettere di fissarla

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